Petruccio Ubaldini, the compiler of the following Description of Scotland, and her adjacent Isles, was born at Florence about the year 1524. Although descended from one of the most ancient, and allied to many of the most powerful families of Italy, he was, early in life, under the necessity of abandoning his native country, in consequence, as has been supposed, of the liberality of his religious opinions. He repaired to England, and engaged in the service of Edward the Sixth, a zealous opponent of the Court of Rome. Upon the death of this young Prince in 1553, Ubaldini returned to Italy, and resided for some time at Venice, where he occupied himself with a translation of Cebes, which he dedicated to the Grand Duke Cosmo the First. This work was never published, and is still preserved among the Manuscripts in the Laurentian Library at Florence. Ubaldini afterwards returned to England, where he appears to have spent the remainder of his life, and to have enjoyed a considerable share of favour in the Court of Elizabeth. He died towards the close of the sixteenth century. In the short Notice of Ubaldini in the Biographie Universelle, he is styled Historien but he is better known as a miniature painter and illuminator on vellum. His name is frequently mentioned in the Rolls of New-years gifts, formerly preserved in the Jewel Office; and it is recorded, that in return for occasional grants of money and gilt plate, he presented Elizabeth with various volumes in the Italian language, transcribed and illuminated by himself, one of which, at least, according to Vertue, is still extant in the Bodleian Library. He was also much employed by persons of distinction, in executing ornamental works. Of these, Vertue particularly notices a copy of the Psalms of David, which, from an inscription upon the volume, appears to have been written for the Earl of Arundel, who is described as the Artist's MÆcenas; and a Scriptural book on vellum, and highly ornamented with miniatures, presented by Sir Nicholas Bacon to the Lady Lumley. Besides the works of Ubaldini enumerated by Vertue as still preserved in manuscript in the British Museum, and several inconsiderable, and now almost forgotten printed tracts, of which a list may be found in Watt's Bibliotheca Britannica, he published La Vita di Carlo Magno at London in 1581, and in 1591 a work very slightingly noticed by Walpole, entitled Le Vite delle donne Illustri del Regno d'Inghilterra & del Regno di Scotia. During the intermediate period, his Description of Scotland was published at Antwerp in 1588, under the title of Descrittione del Regno di Scotia, et delle Isole sue Adjacenti. It may be, as stated in the Proemio to this work, that the author drew his information partly from his own personal observations, and partly from other sources of unquestionable authenticity; yet it is obvious he has borrowed so largely from Hector Boece, that his book is little more than an enlarged paraphrase of that historian's Scotorum Regni Descriptio, a transcript of which by Ubaldini, dated 1576, is now in the British Museum. Although this certainly detracts greatly from the value and originality of the Descrittione, it is still one of those curious trifles which Walpole describes as at all times acceptable to the antiquary, and as such alone it is presented to the Bannatyne Club. NOVEMBER, M.DCCC.XXIX. DESCRITTIONE del Regno di Scotia, ET DELLE ISOLE SVE AD– iacenti di Petruccio Vbaldini Cittadin Fiorentino. NELLA QVALE SI DESCRIVO– no i confini di ciascuna Prouincia, & i luoghi che vi sono, & le cose piÙ degne di memoria, che vi si trouano tanto naturali, quanto marauigliose. ANVERSA IL DI PRIMO DI GENNAIO, M. D. LXXXVIII. [xii] [xiii] ALLI ILLVST.mi ET EC– cell.mi Sig.ri & sempre osser.mi IL SIG.or CHRISTOPHORO HATTONE gran Cancelliere del Regno d'Inghilterra. &c. IL SIG.or RVBERTO DVDLEIO CONTE DI Leicestria Gran Maestro della casa Reale. &c. ET IL SIGor FRANCESCO VVALSINGHAMO CAVA– lier, & Segretario Principale di sua M.tÀ, & Canc. della Ducea di Lancastria. &c. PETRVCCIO VBALDINO DESIDERA LODE PERPE– tua d'ogni loro honorata atione. La trauagliata qualitÀ del nostro graue secolo nemica di quelli, i quali quietamente cercano di solleuarsi, Ò di mantenersi appresso de gli huomini studiosi delle scienze, & dell'arti liberali; Nessun vitio È piÙ noceuole altrui dell'Inuidia, la quale ancora nelle calamitÀ ci perseguitaprocurando di giorno in giorno inuidia, & maliuolenza contra le lodeuoli opere loro (come proprio È de gli huomini, Ò volgari, Ò maligni il biasimar, Ò l'impedir, Ò al tutto cercar di spegnere l'altrui profitteuoli vigilie) mi sforza hora di procacciar À me medesimo vno scudo sufficiente per ricoprire, & diffender la piÙ debil parte del mio tenue ingegno (Ò tale forse stimato) contra la maledicenza, & prauo animo de i peggiori.La nobiltÀ de gli animi nostri È il piÙ eccellente suggetto di che noi ci possiamo gloriare. Et perÒ per molte conuenienti ragioni, tutte dalla nobiltÀ de gli animi loro dipendenti, ch'io voglio hora tacere, poi che chiare le sono assai; confidato ne e bontÀ, & ne i voleri, che son conditioni proprie della lor natura, &L'esser buono, & voler operar bene È proprio di noi per gratia superiore. vere radici all'vno della suprema autoritÀ, nella quale hoggi per il singular, & fortunato giudicio di Elisabetta Regina Sereniss. presente risplende in questo nobilissimo Regno; & che con tal luce risplende, che la Giustitia stessa comincia anch'ella, rischiarata da quella Lodi proprie d'vn perfetto giudice facendo le liti corte, & si intende del Signor Gran Cancelliere.(dileguandosi À poco, À poco per la sua virtÙ le scure nubi dell'auaritia altrui, che la teneuan ricoperta) À rallegrarsi, & riuestendosi di nuoui, & odoriferi fiori, & di vaghi ornamenti, À mostrarsi À tutti sincera, & amabile. Si dimostrano le qualitÀ del Sig. Conte di Leicestria ornamento della Corte.All'altro della singular lode dello splendore, & della magnanimitÀ quasi Reale, & della mirabile prudenza potuta vsar, & vsata sempre con la gentil destrezza dello ingegno suo accorto in tutti gli affari di grandissima importanza (doni sino dalle fasce recati seco, & con la gratia accompagnati) sÌ, che riuscito facilmente il primo della Real Corte, bilanciare, & ponderar puÒ l'opinioni, & la ragion delle cose come piÙ, Ò meno i meriti altrui, & la Giustitia insieme ricercano. Ci si riconosce l'vfficio di vn Segretario fedele, & solerte nelle ationi del Signor Walsinghamo.Et all'altro finalmente della esquisita, & incomparabil diligenza da molti principi ricercata, & da pochi ritrouata ne i loro ministri di conoscere, di preuedere, & d'indirizzar le cose tutte, come solerte Segretario sÌ, che tra le maggiori, & piÙ torbide onde delle sollecitudini politiche sempre desto, & vigilante ha meritato lode di perfetto Consigliere insieme con gli altri. Ardisco (dico di nuouo) di raccomandar alla loro Illustre, valorosa, & sicura protetione questa breue mia, ma non poco (s'io non m'inganno) profitteuole, & piaceuole opera, sino dal tempo del buon Re Eduardo Sesto, da me (seruendo S. M. in Scotia) messa insieme, & sino ad hora tenuta in mano; I cenni de i grandi fauoreuoli sono frutti dolcissimi À chi gli riceue.sperando io, che per vn sol cenno, che hor dall'vna, & hor dall'altra delle S. S. S. V. VV. Illustrissime si mostri tal'hora, che la sia loro stata grata; l'inuidia altrui sarÀ abbattuta, & ogni crudel tempesta di tempo contrario del tutto sarÀ tolta dall'animo mio afflitto hora mai pur troppo per la continouata procella della mia nemica fortuna. Supplicole adunque, humilmente À farmi gratia, ch'io possa consolarmi del loro nobil patrocinioCivÈ dal Signor Conte di Leicestria. in questa parte; Dal Signor Gran Cancelliere.come io sempre mi son rallegrato della lor benigna inclinatione verso di me dimostra piÙ volte, Dal Signor Segretario Walsinghamo.Ò in diffender le cose mie dall'altrui malignitÀ oppugnate; Ò in riguardar alcuna volta lo stato mio con libera mano; Ò in aiutarlo con chariteuole opera; ma non giÀ da me riceuuta cosÌ gentile inclinatione per che io per le mie opere, & ossequio verso di esse me ne sia stimato gran fatto meriteuole: Vfficio debito del minore verso del maggiore; et riconoscenza debita da Dio de i fauori, che da i superiori si riceuono.ma il tutto riferendo alla loro honorata clemenza l'ho sempre (come io doueua) per singular dono quasi da istrumenti di Dio riconosciuta. Et perÒ io ancora parimente con ogni riuerenza le supplico À volersi degnar di conseruar me loro humil clientulo nelle loro stabili, & eccellenti memorie; acciochÈ tal'atto di humanitÀ illustre porger possa all'animo mio quiete, & contentezza, per lode, & per seruitio di quelle; alle quali il grande Iddio conceda per solleuamento delle genti, che all'incorrotto giudicio di ciascuna di esse ricorrono, lunga vita, & felicitÀ singulare. &c. [xvi] [xvii]
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